Dalla Paura di Sbagliare… alla Voglia di Rischiare – Parte I

 “Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti”

Thomas Alva Edison

 

 

Voglia di sbagliare come prezioso strumento di lavoro: la provocazione di un comico.

“Devi vincere”, “Devi avere successo”: sono frasi che siamo abituati a dire a noi stessi o a sentirci dire dagli altri, o a cogliere in dialoghi e atteggiamenti di cui è intrisa la TV. Quindi qualche errore deve esserci, forse è colpa del traduttore dell’autore comico americano John Vorhaus… Vediamo un passo del suo libro “Scrivere il comico” (Vorhaus 1994): “Sin dalla prima infanzia ci viene insegnato ad aborrire l’insuccesso, ma al contrario di quello che sembra, la voglia di sbagliare è uno degli strumenti più preziosi all’interno della tua cassetta degli attrezzi comici […]”.

Rileggendolo, sembra proprio che non ci siano dubbi su ciò che viene detto, né sulla congruenza della traduzione. Sin da piccoli ci insegnano a detestare l’insuccesso, ma la domanda è: “E’ possibile evitarlo?”. Qualcuno di noi potrebbe avere come regola quella di non accettarlo. E se dovesse presentarsi contro ogni precauzione e aspettativa, che farne? Evitare di considerarlo o parlarne, negarlo, nasconderlo “sotto al tappeto”, o sentirci totalmente falliti e abbandonare quello che stiamo facendo? Vediamo se è possibile rispondere a queste domande, e a fornire una “ricetta d’oro” per non sbagliare.

Dato che il campo degli errori è sconfinato (rendendo tra l’altro anche meno noiosa la nostra esistenza), cerchiamo di circoscrivere qui il discorso alle esperienze nuove, come l’esempio di Vorhaus in cui un amante della commedia aspira a diventare autore di testi e cerca di imparare il lavoro, o quando qualcuno desidera diventare più disinvolto socialmente e migliorare le proprie abilità interpersonali. A questi due esempi potete accostare qualsiasi altra abilità o apprendimento nel quale siete coinvolti personalmente, nelle relazioni o sul lavoro.

Nell’apprendimento di nuove capacità la paura di sbagliare può “mangiarci” tutta l’energia, e fare la differenza, per alcuni di noi, tra un “giocatore” che va avanti e uno che abbandona.

 

False congetture e probabilità: non far nulla costa meno di un errore?

Vorhaus parla di una falsa congettura in cui cadono gli aspiranti barzellettieri quando stanno per raccontare una storiella: “Non funzionerà, non piacerà. Forse è meglio restare con la bocca chiusa, essere prudenti”. Il risultato, per l’autore, è che la persona resta zitta, e così potremmo considerarla timida o noiosa, o non notarla nemmeno a una festa. Forse il nostro autore esagera un pò con questi ultimi giudizi, ma è interessante notare comunque un paradosso nel quale rischiamo di cadere sia nel caso che siamo aspiranti barzellettieri, sia nel caso volessimo essere più abili socialmente: con l’intento di salvarci la faccia evitando di parlare e di dire “stupidate” stiamo zitti. Otteniamo quindi un risultato non migliore di quello che volevamo evitare (ammettendo che le persone, per dare un faticoso giudizio al nostro silenzio, si distolgano dall’onerosa attività di divertirsi e fare nuove conoscenze!). Pare che il prezzo per una frase inappropriata o non brillante detta a una festa non sia molto differente da quello che si paga a starsene zitti e togliersi ogni possibilità di essere, appunto, brillanti. Per un aspirante autore di testi comici, similmente, dire o creare una barzelletta non divertente in fase di gavetta è meno costoso che non dirne o provarne più e dirigersi verso l’abbandono del proprio sogno.

Il poeta Fernando Pessoa diceva “Porto le ferite delle battaglie che ho evitato”. Questo può suggerirci, al di là delle apparenze iniziali, che non è uscendo dalla propria area di comfort, fatta di tutti i gesti e i luoghi a cui siamo abituati e che ci fanno sentire protetti, che rischiamo. E’ proprio il restarci dentro inamovibili senza provare nulla di nuovo che è rischioso, e costoso. Quelle ferite a cui si riferiva Pessoa probabilmente sono rappresentate dai rimpianti per le esperienze non provate, a causa del mancato passo fuori dalla nostra comoda area, fatto il quale, ripetendo le già citate parole di Roberto Benigni “Ci rendiamo conto di quanto fosse pericoloso rimanere fermi”…

… tra una settimana circa la penultima parte.

Giovanni Iacoviello

giovanni.iacoviello@gmail.com

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2 thoughts on “Dalla Paura di Sbagliare… alla Voglia di Rischiare – Parte I

  1. Bell’articolo mi sono piacevolemente stimolata, molto interessante il blog può essere d’aiuto a tutti.
    Gli spunti cognitivi ci sono e il punto di vista si avvicina al mio.
    Che dire Braviiii anzi complimenti continuate così.

    • Anche un errore è un esperimento di vita, quindi utilizziamo tutti i nostri errori per fare delle nuove costruzioni di esperienza, ogni azione porta ad una conoscenza. Seconda parte ok :)

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