Chi cammina sui tuoi sogni?

 “… essendo povero, ho soltanto sogni;
E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni”

William Butler Yeats

Ci muoviamo per costruire e sviluppare le nostre attività. Qual è il motore che ci spinge: sogni, aspirazioni, attitudini, pianificazione ponderata? Le persone che conoscete camminano con passo leggero? O saltano irrispettosamente sopra alle vostre aspirazioni e vi danno giudizi di impraticabilità?

 

Passi pesanti: i dispensatori di critiche.

Si narra di un giovanissimo operaio napoletano dell’inizio del ‘900 che sognava di fare il cantante. Il suo primo maestro gli disse che non era il caso, che non era portato, e che i suoni da lui prodotti erano oltremodo sgradevoli. Eppure, la madre gli disse abbracciandolo con affetto che lei credeva in lui, e che poteva continuare a prendere lezioni. Avrebbe cambiato maestro. Quel giovane operaio era Caruso, che sarebbe diventato uno dei maggiori cantanti lirici del suo tempo. Vista a posteriori quella madre può essere paragonata ad un ottimo coach.

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Il libro più pratico che esista

Dalle conoscenze alle abilità, dalla didattica alla formazione esperienziale.

“La conoscenza è solo una chiacchiera finché non è nei muscoli”.

Proverbio della Nuova Guinea.

 

I libri: teorie e storie di vite vissute.

I libri racchiudono saperi a volte di una vita, o anche di più vite, di più autori. Un famoso adagio recita “conta più la pratica che la grammatica”, e questo viene spesso ricordato per “sgridare” chi insegna con le belle parole, dato che la pratica è quella che realmente conta. E’ vero anche che per fare pratica spesso non si può prescindere dal conoscere le basi di una data materia. Al contempo, avere le conoscenze su una materia o una tecnica non significa essere bravi ad applicarla. Da una parte viene in mente Kurt Lewin: “non c’è nulla di più pratico di una buona teoria”, perché se questa è ben collegata alla pratica non la sostituisce ma la integra sinergicamente. Dall’altra possiamo ricordare le parole di George Bernard Shaw: “se insegni qualcosa a uno, non l’imparerà mai”. Possiamo leggere tantissimi ottimi libri e andare a lezione da grandissimi maestri, ma non ci potranno mai trasferire la capacità di fare qualcosa, che sia il parlare in pubblico, suonare la chitarra, comunicare efficacemente o nuotare. Se non ci “buttiamo” in vasca e non facciamo pratica, non integreremo mai le conoscenze con le competenze, e resteremo dei buoni “arbitri” o commentatori teorici di ciò che accade ma non dei buoni esecutori.

 

L’amore per la cultura è un buon inizio… l’azione un buon passo successivo.

E’ un’ottima abitudine per la propria crescita culturale e personale, anche dopo gli studi, continuare ad istruirsi, leggere, informarsi. Però a volte si rimanda la pratica, per vari motivi, o la si salta proprio, non completando con la parte più importante il processo di apprendimento. Forse è pigrizia, forse è paura, nascosta a noi e agli altri, di sbagliare. E che c’è di male nella paura di sbagliare? La cosa più importante, dato che essa non si può eliminare, è cominciare ad ammetterla, accettarla, permettere a se stessi la possibilità di fare errori e di accettarli. Poi si può cominciare a piccoli passi a sperimentare in contesti protetti. Perché darsi degli obiettivi troppo ambiziosi inizialmente, nella mole di lavoro e nella qualità (spesso pretendendo di saper fare subito le cose e in maniera perfetta)? Perché non darsi la preziosa possibilità di sbagliare e valorizzare gli errori come opportunità per imparare come fare meglio e progredire pian piano?

 

Se vuoi vedere, impara ad agire: la storia scritta, narrata, vissuta ogni giorno.

E’ un’ottima prassi per il nostro progredire continuare a leggere libri, articoli, acquistare audio e videocorsi, partecipare a webinar, se questo ci appassiona. Però ricordiamoci anche di darci degli spazi tra un libro e l’altro, o tra un audio e un post, per cimentarci con delle esercitazioni, oppure per focalizzarci nell’esercizio di una data abilità nella vita quotidiana e di monitorare i risultati su un quaderno, o di frequentare un corso pratico in cui oltre alla classica lezione “frontale” si fanno anche delle esercitazioni, come accade nella formazione esperienziale.

Il libro più pratico di cui possiamo disporre è la nostra vita, in cui scriviamo una pagina ogni giorno attraverso i nostri pensieri e parole, i processi discorsivi con gli altri e le nostre azioni, le nostre prove ed errori, e i miglioramenti inevitabili che la pratica comporta.

La libertà di spiccare il volo

“Guarda con il tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola”

Da “Il gabbiano Jonathan Livingstone” di Richard Bach

 

 

Le occasioni di crescita personale si limitano solo a ciò che possiamo apprendere, o potrebbero riguardare anche ciò che possiamo smettere di sapere, o realizzare ciò che conosciamo e non sapevamo di sapere?

C’è un’abilità che sapete di non poter sviluppare? E quali sono quelle che pensate di dovere ancora scoprire?

A volte non si tratta di trovare la strada giusta per realizzare un nostro obiettivo, ma di levare dalla strada gli ostacoli che ci rallentano. Possono essere alcune nostre credenze limitanti e condizionamenti. Una persona potrebbe decidere di non aprire un’attività che tanto gli piace perché nella sua famiglia hanno sempre fatto tutti un lavoro, a detta loro, umile (che si scontra contro il detto che il lavoro nobilita l’uomo), e che hanno “nel sangue”. Eppure ci sono persone che decidono di smettere di saperlo, e si organizzano la vita per realizzare la propria impresa.

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Le obiezioni… qualcosa di personale?

La vita non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con ciò che ci accade

Aldous Huxley

 

Le obiezioni: pericolose nemiche o nostre alleate? Anche se non siamo venditori o non ci occupiamo di pubbliche relazioni, possiamo sostenere che non ne incontriamo sul nostro cammino extraprofessionale, rivolte a noi o alla nostra idea? Il venditore e il cliente non sono ancora delle persone, con le loro emozioni, e il loro lato relazionale in gioco?

Partiamo dal contesto della vendita, indicando le parole del formatore Cesare Sansavini: “I più grandi venditori hanno l’abilità di trasformare le domande più ostili in opportunità di vendita”.

Se non sentiamo l’esigenza di convincere o persuadere qualcuno della bontà della nostra idea solo nella vendita, ma in svariate situazioni nella vita quotidiana, allora questo non è un problema solo commerciale, ma genuinamente umano.

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