La forza degli sprovveduti

“Tutti sanno che una cosa non è possibile, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”

 Albert Einstein

 

La creatività fa parte dell’essere umano: le risorse illimitate dei dilettanti.

Nelle riunioni o nelle sessioni di problem solving formali o informali, si rinuncia spesso alle risorse creative degli inesperti circa la questione che si vuole sviluppare o risolvere. Eppure nel brain storming, tecnica creativa per risolvere i problemi e sviluppare idee messa a punto dal pubblicitario Alex Osborn nel 1938 per aiutare il suo team ad essere più produttivo, c’è una prima fase che ha lo scopo di generare idee in quantità. Il metodo si è diffuso in tutto il mondo, e si avvale del contributo anche dei non esperti su una questione. Osborn ci ricordava che nella seconda guerra mondiale negli Usa si chiedeva a tutta la popolazione di produrre idee per risolvere i tanti problemi nazionali, e che un comitato le valutava. Tra tante idee apparentemente “squinternate” prodotte da inesperti, di molte veniva trovata un’utile applicazione. Osborn sulla base di molti studi compiuti su gruppi di persone eterogenee ci ha insegnato che, anche quando diciamo a noi stessi di non essere delle persone creative, in realtà i dati scientifici e la storia delle idee ci insegnano che la creatività è una peculiarità dell’essere umano.

Le abilità degli esperti.

Da diversi studi sugli esperti in un dominio di conoscenza, si è scoperto che spesso nelle situazioni difficili essi non effettuano delle vere decisioni soppesando diverse alternative, ma agiscono quasi automaticamente, basandosi sul riconoscimento di situazioni passate. La loro competenza fa sì che il loro contributo sia indispensabile nella fase di valutazione delle idee prodotte. Nelle arti e nei mestieri c’è sempre comunque bisogno di innovare, sia nell’ottica del miglioramento continuo, sia per la competitività tra le imprese che richiede continua innovazione e snellimenti di procedure. Quindi può essere utile per essi avvalersi anche dei componenti di un team inesperti nella fase di generazione delle idee.

I limiti degli esperti: la focalizzazione sul già noto e l’arresto della conoscenza.

Uno dei limiti che possiamo avere quando siamo esperti in un argomento o mestiere è quello di cadere nel cliché “abbiamo sempre fatto così”. C’è un lato positivo in questo, riassunto nel detto “la squadra vincente non si cambia”. Ma le leggi sono tanto più utili quanto più ne vengono delineati i limiti e le eccezioni. Alex Osborn, nella fase di generazione delle idee di un brain storming, suggeriva di frenare l’istinto di arrestarsi alla prima buona idea (anche se ben nota e consolidata) e di continuare a generare alternative e possibili miglioramenti. In alcune situazioni una ben nota buona prassi può non essere applicabile o efficace. Quindi è utile ogni tanto fermarsi a generare, valutare, mettere alla prova, misurare e standardizzare nuove alternative di soluzione.

“La potenza è nulla senza il controllo”: l’integrazione della creatività e dell’esperienza.

Nella produzione di idee per la risoluzione di problemi, nelle riunioni o in contesti non formali, serve il lavoro in sinergia di chi produce idee, anche includendo inesperti, e di chi ha l’esperienza e la competenza per valutarle successivamente, dando vita a quella che può essere definita la sinergia “produttore-valutatore”. In tal modo si può contare sull’expertise e la capacità di supervisione degli esperti, e sulla potenza creativa dei generatori di idee. Osborn ci ha insegnato che la storia ha registrato numerosi casi in cui idee brillanti sono state portate da persone completamente prive di specializzazione nel problema in esame: “il telegrafo fu un’invenzione di Morse, un ritrattista di professione. La nave a vapore fu elaborata da Fulton, un artista. Un maestro, Eli Whitney, escogitò la sgranatrice”. Come possiamo allora privarci del geniale contributo degli sprovveduti?

 

Giovanni Iacoviello

giovanni.iacoviello@gmail.com

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